Gli attacchi ransomware in Italia: la minaccia informatica più pericolosa
Perché gli attacchi ransomware rappresentano la minaccia informatica più grave in Italia. Dati, consigli e settori più colpiti.
Gli attacchi ransomware continuano a rappresentare una minaccia crescente per aziende e istituzioni in Italia, con un impatto devastante su dati e operatività. Secondo l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), il nostro paese si colloca ai vertici delle nazioni europee più colpite, con una crescita costante degli episodi segnalati. Questo fenomeno, che sfrutta vulnerabilità nei sistemi informatici, ha trovato terreno fertile anche per via dell’uso delle criptovalute, strumenti che garantiscono anonimato e facilità di transazione per gli attaccanti.
Molte delle vittime, soprattutto tra piccole e medie imprese, scelgono di non denunciare, aggravando un problema già difficile da quantificare. Tuttavia, l’impatto economico e operativo è spesso irreversibile, rendendo necessaria una strategia di prevenzione e resilienza per contrastare questa minaccia sempre più sofisticata.

Cos’è un ransomware e come funziona
Un attacco ransomware rappresenta una delle minacce informatiche più gravi e in rapida crescita. Questi attacchi bloccano l’accesso ai dati delle vittime attraverso la loro cifratura, rendendoli inaccessibili. Successivamente, gli hacker richiedono un riscatto, spesso in criptovalute come Bitcoin o Monero, per restituire il controllo dei file. Questo metodo garantisce agli attaccanti l’anonimato e transazioni rapide e difficilmente rintracciabili.
Secondo l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), l’Italia è uno dei paesi europei più colpiti, posizionandosi al quarto posto con il 12% degli attacchi rilevati nel continente. Tuttavia, le statistiche potrebbero non riflettere pienamente la realtà, poiché molte aziende e organizzazioni scelgono di non denunciare gli attacchi per evitare danni reputazionali o ulteriori complicazioni.
Le criptovalute hanno avuto un ruolo centrale nella diffusione del ransomware, rendendo i riscatti più semplici da riscuotere. Questo fenomeno si è intensificato grazie alla maggiore efficienza e segretezza offerte da queste tecnologie. Non sorprende, quindi, che il ransomware sia diventato la tecnica preferita dai cybercriminali.
Settori colpiti e strategie di difesa
Le vittime degli attacchi ransomware non si limitano alle grandi organizzazioni. In Italia, il settore più esposto è quello manifatturiero, ma anche piccole e medie imprese, studi legali e società di consulenza risultano frequentemente bersagliati. Il rapporto dell’ACN evidenzia inoltre come il 62% delle vittime non denunci gli attacchi, rendendo il fenomeno ancora più difficile da contrastare.
Anche la pubblica amministrazione è stata presa di mira. Il gruppo criminale LockBit, ad esempio, ha colpito nel 2021 i server della Regione Lazio, paralizzando servizi essenziali per settimane. Più recentemente, un altro attacco ha interessato una società che gestisce servizi per oltre 1.300 enti pubblici, causando gravi disagi.
Per difendersi, è essenziale adottare misure preventive come backup regolari e la formazione del personale per riconoscere tentativi di phishing. Mantenere aggiornati i software e i sistemi informatici può ridurre le vulnerabilità sfruttate dagli hacker. Infine, implementare sistemi di monitoraggio e una risposta rapida agli incidenti informatici permette di limitare i danni in caso di attacco. La resilienza informatica è oggi una priorità imprescindibile per aziende e istituzioni.
Commento all'articolo